Educarsi e educare alla responsabilità

La dimensione educativa è così sentita che a Vittorio Veneto si è appena conclusa con ampio successo la rassegna “Educhiamoci”. Tra le numerose emergenze educative del nostro tempo ve n’è una solo apparentemente meno evidente ma non per questo meno importante. Si tratta dell’emergenza educativa della responsabilità. Se la modernità e l’Illuminismo hanno sancito la sacra libertà dell’individuo come valore e come diritto è altrettanto vero che la contemporaneità, celebrando il mito della libertà assoluta – priva dunque di ogni vincolo e legame – ha completamente scordato che essa non può sussistere da sola ma richiama incessantemente alla responsabilità.

Diverse manifestazioni umane e sociali del tempo presente si declinano secondo l’ideale della libertà assoluta che con il tempo si trasforma in egoismo. Una patologia dilagante che porta a considerare solo se stessi e il proprio desiderio di godimento e di potere come centro di gravità esistenziale. L’individuo che agisce la libertà assoluta finisce per servirsi dell’altro da sé in maniera utilitaristica, per estendere la propria forza e raggiungere i propri fini percorrendoli con qualunque mezzo, senza mai considerare e riconoscere le conseguenze dei propri atti.

La celebrazione ideologica della libertà assoluta, diffusa nella società di massa, porta così a dimenticare la responsabilità e il rispetto verso tutto quanto è altro da noi: persone e ambiente nel quale ci troviamo a vivere. Gli effetti sono devastanti e scorrono sotto i nostri occhi nelle cronache quotidiane che narrano guerre, omicidi, violenze, sopraffazioni e desideri egoistici di ogni genere. Questo accade quando si considera parzialmente la libertà senza pensare che l’altro volto della medaglia sulla quale essa è incisa è la responsabilità.

La carenza di responsabilità si può scorgere in diverse occasioni quotidiane in particolare quando di fronte ad azioni negative commesse, l’attore o gli attori, non percepiscono la risonanza emotiva ed etica di quanto compiuto. Come è possibile, viene da chiedersi, che adulti e giovani si comportino in modi così irresponsabili? In base a quali principi sono cresciuti? In quali contesti e con quali modelli?

Va precisato che il senso di responsabilità si costruisce nel tempo, a partire dalla primissima infanzia, attraverso educazione, apprendimenti, esperienze, relazioni e riflessioni mediate dalle figure educative che conducono ad introiettare le norme fondamentali della convivenza civile. È l’esito di un percorso di integrazione psicologica fra modelli famigliari, scolastici e sociali che, pur nelle diversità, avviene quando vi è corrispondenza fra i valori insegnati in famiglia e i valori presenti nel più ampio contesto scolastico e sociale. Oggi è sempre più difficile trovare questa corrispondenza valoriale. Innanzitutto per le numerose fragilità educative che contraddistinguono molte famiglie, in seconda battuta per la proposta di paradigmi sociali contrastanti, veicolati dai mezzi di comunicazione di massa, che non favoriscono certamente un’educazione consapevole alla libertà e alla responsabilità. Di fatto, dai mass media, viene celebrata solamente la libertà mentre è stata completamente estromessa la responsabilità che rimanda a scelte ponderate, all’accortezza, all’altruismo, alla solidarietà, al riconoscimento reciproco, all’ascolto, all’impegno.

In questo contesto liquido e privo di riferimenti è in aumento la tendenza a non educare alla responsabilità, sin dai primi anni di vita. Il rischio concreto è che la crescita personale assuma le tonalità dell’intolleranza alla frustrazione e dell’egocentrismo che nel ciclo di vita possono avere pesanti ricadute psicologiche ed esistenziali per il singolo e per l’intera collettività. Per questo è fondamentale che la comunità adulta recuperi una solida identità educativa fondata sulla consapevolezza che ogni buona pratica pedagogica richiede impegno e che questo rivela i propri effetti in un arco lungo di tempo e non nell’immediatezza impaziente del “tutto e subito”.

Per questo, è importante riconoscere che è proprio il vincolo della responsabilità che consente di realizzare la vera libertà senza che questa scada nel libertinismo. Di fatto, l’individuo che vive la libertà responsabilmente percepisce il confine, sceglie e agisce avendo in vista il senso del limite che lo conduce a vivere una libertà più consapevole e così più umana in quanto legata ai valori che aprono ad un’esistenza possibile vissuta insieme.

Senza educazione alla responsabilità è impossibile crescere da persone umane e, come comunità civile, avere un futuro degno dell’umanità e delle sfide decisive del presente. Pertanto, è tempo di orientarsi verso una pedagogia che richiami al legame indissolubile fra libertà e responsabilità – che troppo spesso registriamo assente in molti comportamenti – al fine di dare direzione, vigore e significato ad ogni intervento educativo, avendo chiaro che, come sosteneva Antoine de Saint- Exupéry, “essere uomo è precisamente essere responsabile”.

 

Articolo pubblicato sul settimanale L’Azione in data 20 ottobre 2022.

Lascia un commento

*