È una lettura profonda ed esistenzialmente coinvolgente quella del libro Che accada l’impossibile edito da Mondadori e scritto da Guidalberto Bormolini. Il testo è una sorta di summa che compendia l’itinerario spirituale dell’autore. Questi fa dono al lettore di un cammino intenso e articolato che conduce dalla disperazione alla speranza.
Già liutaio e falegname, Bormolini in gioventù entra come monaco in una comunità di meditazione cristiana per essere poi ordinato sacerdote. Laureato in Teologia, è docente al Master Endlife dell’Università di Padova. Negli ultimi anni ha lavorato alla ricostruzione di un borgo in un villaggio abbandonato in provincia di Prato, poi ribattezzato “Tutto è vita”, che è stato trasformato in un luogo di cura integrale, accoglienza e spiritualità che nel prossimo futuro ospiterà un hospice per l’accompagnamento nel fine vita.
Autore di altri importanti saggi di carattere esistenziale, Padre Bormolini, dedica quest’ultima fatica editoriale alla speranza come “arte dell’impossibile” perché afferma, “l’impossibile è indispensabile”. Animato da una contagiosa e autentica spiritualità, sempre a contatto con la vita vissuta, inizia il saggio con una puntuale analisi sociologica. Il tempo presente, soprattutto nella cosiddetta “civiltà del benessere”, è caratterizzato da smarrimento, paura, confusione esistenziale e crisi di senso che conducono gli individui ad una scoraggiante disperazione: “i dati – scrive – ci mostrano una realtà malata individualmente e collettivamente”. L’intento, però, è quello di mostrare come questa cifra non possa avere l’ultima parola, a condizione che ciascuno si prenda cura di sé attingendo alle proprie risorse interiori e ritrovando il baricentro della propria esistenza. Attraversare gli inferi della disperazione, come ha magistralmente mostrato Dante nell’allegoria della Commedia che fa da sfondo all’intero percorso proposto, è necessario per approdare al paradiso della speranza. Il cammino e il passaggio non solo sono possibili ma sono altresì necessari per operare una svolta interiore nella nostra vita e per realizzare cambiamenti tangibili nel mondo che abitiamo.
Il nostro tempo, adagiato ad un qui e ora funzionale solamente alla logica consumistica del mercato, sembra non intravedere alcun orizzonte luminoso, sembra immerso nelle sabbie mobili della paura, della disillusione e del pessimismo. Questi sono, secondo l’autore, ingredienti che inquinano l’esistenza individuale e le relazioni finendo per generare conflitti, violenze e oppressioni in una spirale che, come possiamo constatare quotidianamente, sembra immergerci in una notte senza fine. Dunque, è facile, nell’epoca che stiamo attraversando, lasciarsi andare alla disperazione. “I realisti – scrive Bormolini – hanno trascinato questo pianeta sul baratro, tra inquinamenti e ingiustizie, oppressione e violenza, occorre tornare ad essere sognatori, è indispensabile per tutta l’umanità e in particolare per i cristiani, che nascono proprio dalla rivelazione dell’impossibile”.
Pertanto, è proprio questo il tempo in cui fare spazio alla speranza e ai suoi autentici e numerosi profeti citati dall’autore: i grandi maestri della tradizione cristiana, la luminosa saggezza orientale e la filosofia classica, maestri spirituali del recente passato come Gibran e Hillesum, autori della psicologia contemporanea come Frankl, Borgna, Andreoli e Nardone. Si tratta dunque di nutrirsi alla fonte di coloro che sanno intravedere una nuova via, a coloro che con i piedi ben radicati a terra alzano lo sguardo verso il cielo immaginando nuovi orientamenti di senso. È il momento, secondo l’autore, di intravedere nuove vie guidati dall’amore e dalla fiducia nella vita per realizzare l’unica vera rivoluzione necessaria che parte pur sempre da un decisivo cambiamento interiore capace di abbracciare la vita nella sua totalità. Per fare questo è necessario spezzare le catene della paura e risvegliare negli esseri umani la capacità di sognare e la sua forza dirompente.
Le riflessioni di padre Bormolini emergono da un’esistenza vissuta in maniera autentica, figlia di un lavoro interiore senza fine, che si esprime in decisioni concrete figlie di sogni ad occhi aperti. È Sant’Agostino a guidare le considerazioni dell’autore e in particolare queste celebri parole: “la speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose. Il coraggio per cambiarle”. Spiega Bormolini come l’inizio del cammino sia proprio lo sguardo lucido sui mali del mondo ma al contempo il rifiuto di rassegnarsi, di disperare, perché si ha fiducia che un altro modo di stare al mondo sia sempre possibile.
L’ampio respiro psicologico e spirituale del volume si rintraccia sin dalle prime pagine che abbracciano ogni tipologia di lettori e lettrici. Di fatto il percorso proposto da Bormolini: “parte dall’essere umano nella sua dimensione antropologica prima che religiosa e ci permette di appoggiare la speranza su fondamenta robuste, sia per chi è religioso, sia per chi non lo è”. Possono dunque avvicinarsi al libro tutti coloro che sono in ricerca sincera di un nuovo equilibrio interiore, credenti o non credenti, appartenenti ad una confessione religiosa oppure ad un’altra, con la consapevolezza, ripresa dall’autore parafrasando il teologo Bruno Forte, che “il credente è un ateo che ogni giorno si sforza di credere”.
Alessandro Tonon
Articolo pubblicato sul settimanale L’Azione in data 31 luglio 2025